Medea in Apollonio Rodio - Civiltà Greca

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Eros, per ordine della madre Afrodite, colpisce Medea con una delle sue frecce. L’effetto è istantaneo: la fanciulla comincia ad ardere d’amore per Giasone, provando insieme piacere e sofferenza. È il prologo di una storia che si concluderà tragicamente.
"Intanto giunse Eros per l’aria chiara,
invisibile, violento, come si scaglia sulle
giovani vacche l’assillo che i mandriani usano
chiamare tafano. Rapidamente nel vestibolo,
accanto allo stipite, tese il suo arco e prese
una freccia intatta, apportatrice di pene. Poi,
senza farsi vedere, varcò la soglia con passo
veloce e ammiccando, e facendosi piccolo scivolò
ai piedi di Giasone; adattò la cocca in mezzo
alla corda, tese l’arco con ambo le braccia, e
scagliò il dardo contro Medea: un muto stupore le
prese l’anima.
Lui corse fuori, ridendo, dall’altissima sala,
ma la freccia ardeva profonda nel cuore della
fanciulla
come una fiamma; e lei sempre gettava il lampo
degli occhi
in fronte al figlio di Esone, e il cuore, pur
saggio, le usciva per l’affanno dal petto; non
ricordava
nient’altro
e consumava il suo animo nel dolore dolcissimo."

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