Durante il Paleolitico,circa 40.000 anni prima di Cristo, tracce di occupazione umana si riscontrano in Grecia a partire dalle zone settentrionali e, in particolare, dalla Tracia, dalla Penisola Calcidica e dalla Tessaglia, per estendersi poi alla Beozia, all’Argolide, all’Eubea e alle isole ioniche. Gli abitanti sono cacciatori e raccoglitori e conducono vita seminomade.
Con il VII millennio (7000-6000) inizia il processo di sedentarizzazione che conduce al Neolitico, periodo che in Grecia copre l’arco cronologico dal VI al IV millennio (6000-3000). Si formano comunità stabili, riunite in villaggi di case costruite in mattoni crudi su basamento di pietra (nelle regioni meridionali) o con la tecnica del graticcio rivestito di argilla (in Tessaglia e in Macedonia); la popolazione è dedita all’agricoltura (cereali come grano e orzo, legumi, alberi da frutta come fichi, meli, peri, mandorli) e all’allevamento (buoi, maiali, pecore, capre); compare la ceramica (vasellame e figurine antropomorfe e zoomorfe). Gli strumenti (asce e accette) sono in pietra levigata; nel Neolitico recente predomina l’ossidiana, proveniente dall’isola di Melo. A questa stessa epoca compaiono anche i primi oggetti in metallo (rame e oro) martellato e levigato. I siti neolitici più importanti si trovano nelle regioni settentrionali (Macedonia, Tessaglia) e nelle isole (Chio, Samo, Cicladi).12
Ci si è domandati se i cambiamenti che si registrano nel corso del Neolitico vadano collegati con l’apporto di nuove popolazioni, non ancora indoeuropee. Fin dalla preistoria, infatti, il bacino dell’Egeo appare caratterizzato da intense relazioni, intrattenute dalle popolazioni che vi abitano con quelle di territori limitrofi o anche più distanti: esplorazione e scambi sono favoriti dalla situazione geografica, grazie alla profonda compenetrazione di terra e di mare, dal frazionamento insediativo, collegato anche con una struttura orografica che divide il territorio in distretti regionali di varia entità, e dall’esigenza di reperire risorse primarie. Le caratteristiche degli insediamenti neolitici e, in particolare, della ceramica inducono, in alcuni casi, a ipotizzare relazioni con regioni del Vicino Oriente, come l’Anatolia o la regione siro-palestinese (per la Tessaglia e la Grecia centrale) , e ; altrove, come in Argolide, sembra più probabile che i mutamenti siano dovuti a sviluppi di carattere locale.
Il Bronzo antico (3000-2000 ca.)
La transizione dal Neolitico all’Età del Bronzo, nella seconda metà del IV millennio (3500-3000) , corrisponde a un notevole ampliamento dei circuiti di scambio, verso l’Egeo orientale e l’Europa centrale. I centri più importanti si spostano dalle zone settentrionali (Tessaglia, Macedonia), che si riducono a un ruolo marginale, a quelle meridionali (Peloponneso, Cicladi, Creta): proprio qui si svilupperanno le grandi civiltà dell’Età del Bronzo, quella minoica a Creta e quella micenea nella Grecia peninsulare.
Nel corso dell’Età del Bronzo, che dall’inizio del terzo millennio (3000 ca.) va fino all’XI secolo (1100-1000), si assiste a un’ulteriore crescita delle relazioni e degli scambi. Un ruolo importante nella loro promozione spetta alla diffusione della metallurgia : la scarsità di metalli in area egea spinge infatti a cercare il rame a Cipro, in Sardegna, nel Lazio, in Spagna, lo stagno nell’Europa centro-settentrionale (isole britanniche, Bretagna, Boemia, Sassonia) e in Asia (Caucaso, Alto Eufrate). Grazie allo sviluppo dei contatti reciproci, durante il Bronzo antico diverse comunità mostrano analoghi sviluppi, consistenti nel passaggio da un’economia agro-pastorale di pura sussistenza a una crescente utilizzazione delle risorse non agricole e nell’insediamento in villaggi con case a pianta diversificata, difesi da mura, spesso stabiliti in siti mai occupati in precedenza, che sono stati classificati come «centri proto-urbani». Si formano così diverse aree regionali (Grecia continentale, Creta, Egeo, Asia Minore), accomunate da elementi culturali di carattere «internazionale». Se ogni area mostra una produzione artigianale specifica (in area egeo-cicladica, per esempio, gli idoletti in marmo e i piatti in terracotta denominati «padelle per friggere», spesso recanti la figura di una nave), il ricorrere di forme comuni fa pensare a un’ampia circolazione di oggetti, di tecniche e anche di individui. Un ruolo fondamentale di ponte sembra essere stato svolto dalle Cicladi e dai loro artigiani e marinai : su molte «padelle» cicladiche compare infatti la raffigurazione di una nave, spinta da una quarantina di rematori, che attesta un notevole progresso della marineria.
Cronologia capitolo 1
2000-1100 ca. Periodo minoico e miceneo
1100-800 ca. «Età oscura»
1000-900 ca. Cosiddetta «migrazione ionica»
1000-730 ca «Alto arcaismo»
800-700 ca. E’ già avviato il processo della nascita della polis
800-600 ca. Movimento coloniale
776 Primi Giochi olimpici
770 ca. Fondazione di Pitecussa, la più antica colonia greca d’Occidente
730-580 ca. «Medio arcaismo»
700 ca. Diffusione dell’armamento oplitico
621/0 Legislazione di Dracone ad Atene
600 ca. Fidone tiranno di Argo
Cronologia trasversale completa
2000-1100 ca. Periodo minoico e miceneo
1100-800 ca. «Età oscura»
1000-730 ca. «Alto arcaismo»
730-580 ca. «Medio arcaismo»
580-490 ca. «Tardo arcaismo»
490-478 Guerre persiane
478-431 Pentecontetia
431-404 Guerra del Peloponneso
404-371 Egemonia di Sparta
371-362 Egemonia di Tebe
360-336 Regno di Filippo
336-323 Età di Alessandro
323-281 Età dei diadochi
281-220 ca. Il consolidamento delle monarchie territoriali
229-31 Grecia e Roma